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Musica da ascoltare: See you soon  Coldplay – The Blue Room.
Tempo di lettura: 3,99 minuti  

Il Fosso Cancelli  Trebbiano d’Abruzzo Doc 2018 è finito.

Inizierei da qui. 

Ma il suo è stato un anno fantastico, durato troppo poco.

Non ne ho prodotto tanto, in effetti, sempre per questa mia insensata paura di esagerare.

Il vino è finito in meno di 12 mesi.

Ed è finito proprio quando iniziava a raggiungere quella carica introspettiva che  ricerco nei  fossi, come nella vita. 

Questo Fosso Trebbiano d’Abruzzo nasce da un vigneto da selezione massale piantato nel 1974 a Loreto Aprutino esattamente 10 anni dopo il primo impianto fatto da mio padre nel 1964, che fu di Montepulciano. 

Vitigno da sempre maltrattato e disprezzato, basti pensare che è stato iscritto nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite solo nel 1994, e notevolmente confuso con altri trebbiani italiani come il toscano, il romagnolo, che nulla hanno a che vedere con lui,  oggi gode di una crescente attenzione.  Sarà perché forse inizia a sapersi che di tutte le varietà coltivate in regione , meno di un 20 % sono del tipo abruzzese. Ma sarà più probabilmente perchè il lavoro di valore fatto su questo vitigno da moltissimi anni,  soprattutto a Loreto Aprutino, inizia a ritornare sul territorio anche sotto forma di nuovi approcci da parte di produttori che,  come me, ci hanno messo un pò ad avvicinarsi a lui.

Non è un caso  che io abbia iniziato a lavorare il Trebbiano, sotto il nome Fosso Cancelli, quasi 10 anni dopo aver iniziato il percorso dei Fossi con il Montepulciano. 

Quando ho scelto di creare il Fosso Cancelli Montepulciano, l’ho fatto perchè volevo, in uno di quei momenti della vita determinanti in cui sai che stai prendendo una scelta che ti condizionerà per sempre, dare un senso alla mia scelta  e legarla alla idea di un vino.

Sceglievo di concentrare tutta la storica azienda agricola di famiglia, che usciva fuori da una proprietà terriera di metà ottocento tra Miglianico ( Ch) e Loreto Aprutino ( Pe) e di cui ormai avevo la piena responsabilità, su Loreto Aprutino.

Sceglievo di rinunciare a vigneti, di trasferirmi a Loreto, di porre, nel mezzo dei vigneti, la trasformazione delle uve. Sceglievo di disinvestire e reinvestire. E di focalizzare. 

Sceglievo la direzione da dare alla mia vita. Volevo che questa scelta avesse il senso del valore.  Volevo legare il nome della mia famiglia a vini grandi, che sfidassero il tempo. Volevo sfidare me stessa in questa impresa. Cosa che sto ancora facendo e che  so mi impegnerà per tutta la vita.

Per farlo, non me la sono sentita di partire dal Trebbiano.

Ho scelto il Montepulciano.

Partire dal Trebbiano era davvero troppo difficile.

Perchè il Trebbiano d’Abruzzo non è una varietà  facile, se vuoi farne un grande vino. E infatti mi ci sono voluti quasi 10 anni e l’incoraggiamento del risultato sul Montepulciano, per approcciarmi a lui in questo percorso di lavorazione artigianale che parte dalle fermentazioni spontanee e dall’uso di piccoli contenitori di diversi materiali  e passa attraverso il poco interventismo ma anche attraverso  un grande controllo di tutto il processo e  che si conclude con il taglio ( che è sempre un parto)  in un  percorso che contraddistingue tutti i Fossi.

Il Trebbiano  ti si rivela solo se sai osservarlo  bene, se sai avere pazienza senza distrarti mai. Si irrita per molto poco. E soprattutto ha bisogno delle condizioni giuste per trasformarsi in un re.  Ma può trasformarsi in un vino dal carattere unico.

D’altra parte, come diceva Jules Renard, “è curioso come gli uomini di carattere non abbiano mai un buon carattere “.

Il Trebbiano d’Abruzzo io lo trovo proprio cosi. 

La vendemmia 2018 del Fosso Cancelli Trebbiano d’Abruzzo  è uscita a maggio 2020 quando il mondo sembrava fosse ripartito ed è stato l’unico vino che non ha vissuto preoccupazioni  di sorta.

A settembre 2020  è stato recensito da  Forbes Italia tra le 100 etichette consigliate per l’articolo “una cantina da collezionisti” a cura di Luca Gardini.

A novembre 2020 esce su noi due un articolo sull’inserto 7 del Corriere della Sera a cura di Luciano Ferraro.

La guida Vitae dell’Ais  è a lui che riconosce il massimo riconoscimento con le Quattro Viti.

Wine Enthusiast gli dedica, a luglio 2021, 93 punti.

E in ultimo, Jancis Robinson, che scrive settimanalmente per il Financial Times e che fornisce consulenza vini alla Regina Elisabetta d’Inghilterra, gli dedica uno spazio sul suo blog a cura di Walter Speller e , dopo aver descritto me ( facendomi perdere per un momento il contatto con la terra) come parte di una nuova generazione di produttori che, dopo Valentini ed Emidio Pepe  “ mettono il loro peso dietro la varietà” dedica al  Fosso Trebbiano d’Abruzzo del 2018 queste parole:

“ Deep straw yellow with a golden tinge. Hay, flowers, camomile, hints of breadcrumb, sweet and a little rich and complex.

Boskoop apple and nervy white and yellow fruit on the palate with hints of spice. It reminds me a little of the Valentini Trebbiano but this is more mouth- watering . Just at the beginning of its development “ Drink 2021- 2028

Il Fosso Trebbiano nel 2021, l’anno in cui si  dovrebbe iniziare a berlo, è terminato.

La prossima vendemmia, la 2019, uscirà il prossimo anno.

C’è una cosa che mi è chiara con questo vino: che ci vuole  pazienza e che i piedi bisogna mantenerli  nella terra, vicino alle radici. 

Ed io ho tutta l’intenzione di farlo.

See you soon.