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Riassunto degli ultimi mesi e considerazioni attuali 

Tempo di lettura:  5,71 minuti 

Musica da ascoltare: Nuvole Bianche – Ludovico Einaudi 

Vino da abbinare: Passerina Igt Colline Pescaresi Ciavolich 2019

Non molto tempo fa, quasi un anno, iniziava una crisi.

La “ crisi ” ( dal lat. crisis, dal gr. krísis ‘scelta, decisione’ sec. XIV ) iniziava quando  la Heres Spa, una rinomata azienda di distribuzione nazionale, si avvicinava a me, con un educato e raffinato  stile comunicativo,  per capire chi ci fosse dietro alcuni vini provati. In particolare si trattava del Fosso Cancelli Trebbiano 2015 e del Fosso Cancelli Pecorino 2015.  Fino a quel momento non avevo valutato quasi mai collaborazioni di “copertura nazionale”. E questo perché non ero disposta a mettere sul piatto della bilancia il lavoro realizzato in Abruzzo con tanti anni di fatica e investimenti a fronte di un futuro “ extraregionale “ tutto da vedere.  Questa volta però fu diverso e non solo perché questo primo punto di discussione prettamente commerciale fu immediatamente escluso dal discorso, ma poiché già nel primo incontro in cantina, percepimmo tutti  che parlavamo un linguaggio comune. E parlare la stessa lingua con le persone che lavorano con te, è davvero la prima cosa per ottenere buoni risultati ed andare lontano. Questa prima scelta portò  a delle conseguenze. La prima è stata la separazione, non facile,  da una delle figure aziendali che da 7 anni sviluppava l’attività commerciale su territorio abruzzese e italiano;  la seconda è stata che, nel periodo intermedio, mi sono fatta carico personalmente di gestire  i clienti italiani nel periodo di transizione. 

Quasi contestualmente succedeva che il mio braccio destro sull’export, un ragazzo d’oro che ho avuto la fortuna di avere in azienda per qualche anno, mi annunciasse il suo imminente ritorno all’attività di famiglia che richiedeva ormai la sua presenza e dedizione al 100%. E che era li, nell’ attività di famiglia, che lui vedeva il suo futuro. E cosa mai potevo dire io? Io che sono la prima ad aver dedicato tutta la mia vita all’azienda di famiglia? Nulla. Potevo solo dare un forte abbraccio, un forte in bocca al lupo e un sincero grazie per un modo di fare ed una professionalità esemplari. 

Organizzata per tempo la sua sostituzione, accadeva che la giovane scelta a seguito di diversi colloqui, dopo poco meno di un mese di full immersion, mi annunciasse che sarebbe  tornata indietro nell’azienda di prima la quale,  nel momento in cui l’aveva persa, si era improvvisamente  svegliata e, resasi conto del suo valore,  le aveva fatto prontamente l’offerta della vita. 

Anche in questo caso, con un grande stress ma senza farmi prendere dalla disperazione, mi sono fatta carico di gestire personalmente i clienti esteri che avevo iniziato ad affidarle. 

Ne seguivano mesi particolarmente impegnativi, con un carico di lavoro maggiore su di me e sui miei più vicini collaboratori, l’avvicinarsi di una vendemmia difficile ( come tutte negli ultimi anni) e il raggiungimento di obiettivi di fine anno che sembravano davvero impossibili e che invece, grazie al lavoro di tutti, sono stati raggiunti. 

 

Grazie a  Cinzia, che col sorriso  in azienda porta avanti tutto come una buona madre di famiglia. 

Grazie ad Antonella, che anche quando è imbronciata, con la sua precisione organizza il lavoro in maniera super puntuale. 

Grazie a Fulvio, che gestisce la logistica e da anni mi fa da specchio in più di un’occasione.

Grazie a Guerino, che mi spalleggia in campo e in cantina con una tensione dialettica in divenire.

Grazie a Loredana, che disponibili come lei non ce n’è e che con la sua energia e voglia di fare è capace di far danzare un bradipo.

Grazie a Paola, dolce e fidata oste del nostro agriturismo in stand by.

Grazie a Massimo, che se non ci fosse stato lui non avrei chiuso l’anno come l’ho chiuso.

Grazie a Eleonora, arrivata da poco, con la sua eccellenza nell’ospitalità e il suo piglio commerciale tutto da sviluppare nel prossimo futuro che verrà. 

Grazie a tutti gli operai in cantina e tutti gli operai in vigna che portano avanti l’azienda in modo silenzioso ed operoso: Alessio, Giuseppe, Enrico, Andrea, Tonino, Mario, Vito, Stefano, Lorenzo e Gabriele.  E Martina e Manuela e Silvia.

Ognuno di loro è un ingranaggio essenziale al buon andamento aziendale. E quando qualcuno non c’è, la sua assenza si sente. E ciò è ancora più vero oggi che in azienda  siamo rimasti in 4. 

Un grazie va anche agli agenti abruzzesi, Antonio, i due Giuseppe, Rosita e Dino, ai distributori e agenti di fuori regione che mi seguono nel mio percorso: penso a Claudio, Matteo, Fausto, Roberto, Giuseppe Rocca. 

Alla Heres,  a Cesare, Gaia, Gaetano, Maya, Tancredi, Alessio, Andrea.

A tutti i miei favolosi importatori esteri con cui condividiamo ogni giorno questo momento cosi difficile.

Le cose che mi sono capitate, capitano a tutti, e  insegnano.  

Insegnano che mentre a volte sei disposto a dare sempre di più per qualcuno che credi sia assolutamente il migliore e che molto probabilmente stai un pò sopravvalutando, altre volte, quando ti trovi davanti una persona davvero in gamba ma dall’ego contenuto, fino a che non la perdi, non ti rendi proprio conto del valore che aveva. Ti insegna che gestire le persone è  la cosa più difficile che ci sia. 

 

E che forse, solo la continua tensione tra lo sforzo di mettersi nelle scarpe dell’altro e il saper mantenere fermi i tuoi confini, può portare ad un vero equilibrio nei rapporti interpersonali.

 

 

Da giugno in poi altri cambiamenti si sono avvicendati. E, alle prese con tutta queste serie di stravolgimenti, con questo disallineamento astrale e anche con  riflessioni che vuoi o non vuoi ti si pongono innanzi ( se sei un essere pensante),  dovendomi impegnare a mantenere la barra dritta, portare a casa i risultati e mandare avanti l’azienda agricola nel migliore dei modi ( ah… mettiamoci anche la battaglia di fine anno contro il biodigestore a Loreto Aprutino che mi ha visto in prima linea insieme a tutti gli altri produttori agricoli e cittadini della zona), c’e’ stato un momento in cui mi sono fortemente allontanata dai social. Momento in cui ho pensato di chiudere o rendere inattiva la mia pagina personale e ci ho pure  provato, con scarso risultato perché per errore o per lapsus freudiano continuavo ogni tanto a veicolarci messaggi. 

Oggi, travolta come molti da questa alienante e triste situazione che colpisce tutta l’Italia, 

mi rendo conto che probabilmente si è trattato di una scelta affrettata. 

Oggi, che siamo tutti  a casa ( o in cantina) con molto più tempo a disposizione, la comunicazione diventa molto importante e diventa anche una scelta di responsabilità. 

Un modo per condividere un pensiero, per condividere lo sgomento, la rabbia,  il dolore, la paura,  ma anche la speranza, la fiducia  e la voglia di ripartire.

Vale la pena continuare a postare come se nulla fosse ? Non si dovrebbe soltanto tacere per rispetto delle persone che non ci sono più e dei loro cari? 

E’ opportuno fare i flash mob sul balcone? Non si dovrebbe parlare solo del virus?

Esiste una risposta unica? Non credo. Credo che ognuno, nel rispetto degli altri,  debba fare la cosa che lo fa sentire meglio, cercando di prendere un pò  le misure ai tempi che corrono.

Per quanto mi riguarda scelgo, in questo momento, di tornare a condividere con voi parte della mia vita, ancorandola al momento attuale e a tutte le preoccupazioni che ne derivano, sia a me che alle persone che lavorano con me, senza fare finta di nulla, ma  facendo andare  avanti la vita   raccontandovi semplicemente dell’ azienda agricola, dei vini e dei territori in cui vivo.  

#andràtuttobene