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Tempo di lettura: 2,91 minuti Musica da ascoltare: Say yes – Elliott Smith – Either/Or – 1997

I pied de cuve del Pecorino sono fatti.

Sono due: uno con le uve dell’impianto a pergola di Pianella e uno con quelle del filare di Loreto.Lavoreremo con due anfore i due diversi appezzamenti. Da Pianella prenderemo la parte bassa aderente al laghetto: piu’ fresca, nervosa  e croccante.

Da Loreto ci aspettiamo invece un muscoletto atletico.

L’uva e’ poca ( stimiamo tra un 20% e un 30% in meno rispetto alla vendemmia 2018), ma pronta e sana  e le previsioni meteo degli ultimi giorni ci suggeriscono di non tergiversare per nulla.

Con il primo giorno di raccolta e’ subito stato chiaro che questa 2019  sara’ un’ annata molto meno produttiva della 2018.  Ed e’ anche chiaro che con il clima siccitoso di luglio e agosto i vigneti si sono fermati.

Il 2019 e’ iniziato con una stagione invernale particolarmente mite in cui non sembrava davvero di vivere l’inverno. Pochissime piogge e  temperature sopra la media.

I vigneti hanno reagito con un ritardo vegetativo che, nel caso del Trebbiano e del Montepulciano ancora ci portiamo dietro. Non solo…la vite non ha neppure “lacrimato”. Tra marzo ed aprile si verifica generalmente questo  fenomeno di piccole goccioline di linfa che fuoriescono dai tagli di potatura. Il pianto e’ indice della riattivazione del metabolismo della vite che esce dal riposo invernale e si prepara al prossimo germogliamento.  Quest’anno non c’e’ stato.

 

A partire da maggio, invece, pare che l’Universo si sia ricordato di aver scordato l’inverno e giu’ con piogge e freddo fino alla fine del mese. Giugno torrido e costellato da grandinate come non ne vedevo dal 2003 che però hanno risparmiato la mia zona. Tutto questo ha naturalmente comportato una grande attenzione e preoccupazione agli aspetti fitosanitari del vigneto che, a partire dalla primavera, e soprattutto in presenza di condizioni climatiche avverse come pioggia e umidita’, viene colpito da malattie brutte brutte che se non prevenute possono compromettere interamente il raccolto.

A differenza del 2018 pero’, dove pure la primavera e’ stata lunga e piovosa, almeno non abbiamo vissuto quel clima tropicale ( piogge e caldo) che per i nostri vigneti e’ il peggio del peggio.

Infine luglio e agosto, che sono stati mesi contrassegnati da grande siccita’.

Per quanto mi riguarda, l’andamento viticolo  di questo 2019 ha perfettamente  coinciso con la mia stagione personale.

Il mio inverno è stato contraddistinto da una frenesia di viaggi di lavoro per il mondo, ma  nel corso di questi viaggi ho goduto di ampi spazi di solitudine e ho avuto modo di dare libero sfogo a momenti di riflessione da una parte su un senso di identità personale e dunque anche aziendale  che spesso è sfuggente e che,  a fasi alterne,  lascio correre e poi  riacchiappo in un percorso che tutto è tranne che lineare e  scontato e dall’altra a organizzare in cantina incontri a me affini come la presentazione della collana di libri sui Santi d’Abruzzo di Maria Concetta Nicolai o la “degustazione filosofica” guidata  da Alessandro Tozzi della Fondazione Italiana Sommelier e dal mio amatissimo prof di filosofia Lucio Scenna.

La primavera è esplosa a seguito della degustazione filosofica e del Vinitaly con un ribaltamento di scena. L’ instabilità meteorologica della fine di aprile ha coinciso con una serie di cambiamenti aziendali avvenuti tutti in  contemporanea che mi hanno messo alla prova , che mi hanno insegnato molto sulle persone e su quello che voglio per la mia azienda agricola e che, come sempre, mi hanno irrobustito ( nel senso che ne esco più forte ma anche nel senso che ho messo su chili …beati quelli che di fronte allo stress non mangiano più).

A  luglio è arrivata l’estate ed io ho ricominciato a respirare senza asma.

E adesso, con l’inizio della vendemmia, gli astri si stanno pian piano rimettendo in ordine e con loro anche le tutte le mie priorità in un percorso di cura di sé ( epimeleia eautoù ) che parte dall’anima e da questa vendemmia che comincia il 21 agosto.