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di Chiara Ciavolich e Guerino Pescara
Tempo di lettura: 2,53 minuti
Musica da abbinare: Dreams, The Cranberries – Something Else – 2017

Questa settimana  abbiamo imbottigliato il Fosso Cancelli Trebbiano d’Abruzzo Doc 2015.Mi sono decisa. Ancora vendemmia 2015. Il 2015 è un pò un anno 0. Ho  ripreso in mano il progetto del Montepulciano in fermentazione spontanea in cemento. Ho comprato due botti da 15 hl non tostate e ci abbiamo provato Trebbiano e Pecorino. Il Pecorino è uscito lo scorso anno.

Il Trebbiano ha dovuto attendere ancora un pò. E adesso è li, in bottiglia. 1000 bottiglie.

La vendemmia  2015 non è stata una vendemmia facile per i bianchi. Dopo una primavera bilanciata, le uve avevano sofferto il caldo torrido dell’estate. Gli ultimi due mesi asciuttissimi prima della vendemmia, in cui sui filari abbiamo usato una irrigazione di soccorso e sui tendoni abbiamo avuto la naturale protezione fogliare a mitigare il danno, rischiavano di compromettere seriamente la qualità delle uve. Sulla precoce Pecorino i rischi sono stati parzialmente coperti  da una vendemmia leggermente anticipata, ma neanche tanto,  poiché erra chi pensa che in anni di estrema siccità la componente alcolica sia garantita e sia sufficiente vendemmiare con largo anticipo per preservare la  freschezza. Lo stress idrico, infatti, porta la pianta a chiudere gli stomi allo scopo di limitare l’evaporazione dell’acqua. Tutto ciò fa rallentare la fotosintesi e quindi l’accumulo di grado zuccherino a fronte di un costo energetico che la pianta deve spendere a scapito dell’acido malico e quindi della  freschezza dei futuri vini. La conseguenza è la produzione di vini squilibrati. 

Il Pecorino, che ha in dote un grado di acidità molto maggiore rispetto al Trebbiano e inoltre raggiunge la sua espressione aromatica migliore quando si attende un pò il momento di raccolta,  si è iniziato a raccogliere intorno alla prima settimana di settembre con un buon livello di zuccheri e un ottimo livello di acidità.

Il Trebbiano dal canto suo, iniziato a campionare sui nostri due appezzamenti a pergola del ’60 (fronte cavallo e lato pini)  nello stesso momento del Pecorino,  ha rilevato un grado zuccherino decisamente più basso, ph più alti e acidità di partenza naturalmente più moderate. Questo ci ha portato  a regolare il momento vendemmiale nella metà di settembre quando l’uva era riuscita a raggiungere un equilibrio soddisfacente tra zuccheri e acidità.

 

E’ proprio in annate come questa che il valore del tendone si mostra in pieno, adattandosi esso, per conformazione fisica, alle condizioni climatiche avverse attraverso un apparato radicale molto più espanso dei filari, supportato da una superficie fogliare elevata, a vantaggio di una minor esposizione del terreno e dei grappoli all’irradiamento solare.

 

Questa vendemmia calda , sul Fosso Cancelli Trebbiano 2015, la si ritrova tutta.

La vinificazione che ne è seguita, spontanea in botti grandi non tostate, ha provato semplicemente a preservarne i caratteri e le particolarità. E ne esce un vino che, appena imbottigliato è, come mi ha descritto un amico che se ne intende, una camminata in un viale di tigli a primavera. Volume avvolgente e  respiro fiorito. Puntuale e pulito.

Come sempre, quando facciamo una cosa nuova, ci mettiamo tempo. Tanto tempo. A volte troppo tempo! E quindi ecco perché, come per il Montepulciano, cosi per il Trebbiano ci ho messo cosi tanto a decidermi. Avrei potuto aspettare certo, ma ho scelto di uscire. Per confrontarmi e migliorare. E per proseguire io stessa, come i miei vini,  la strada di una possibile identità e definizione…

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